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La responsabilità penale degli infermieri.

 

Pubblichiamo in questa news la I parte  della tesi della Dott.ssa Silvia Meda collaboratrice dello Studio Legale dell’Avv. de Lalla.

 

La tesi dal titolo – Profili di responsabilità giuridica della professione infermieristica – analizza in maniera approfondita e dettagliata la responsabilità penale in campo sanitario degli infermieri.

 

Il lavoro si è sviluppato attraverso l’analisi degli aspetti di responsabilità in ambito sanitario a seguito dell’evoluzione normativa e sociale delle professioni non mediche, in particolare quella infermieristica.

Alla luce dell’evoluzione professionale, lo scopo della tesi è stato quello di approfondire, secondo una prospettiva criminologica, le caratteristiche della rinnovata responsabilità dell’infermiere sotto il profilo giuridico. Sono state prese in considerazione le principali condotte illecite che si possono ravvisare nell’ esercizio dell’attività infermieristica, con particolare attenzione ai reati colposi di omicidio e lesioni personali, affrontando gli aspetti penali e civili che assumono specifica rilevanza nell’ ambito della stessa responsabilità sanitaria. In conclusione, sono state analizzate alcune sentenze relative a specifici casi di nursing malpractice.

 

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO

Facoltà di Giurisprudenza

Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza

 PROFILI DI RESPONSABILITÀ GIURIDICA DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA

 Relatore:

Prof. Ernesto CALVANESE

Correlatore:

Dott. Raffaele BIANCHETTI

 Tesi di Laurea di:

Silvia MEDA

Matricola n.693831

 

Anno Accademico 2011/2012

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Indice

 

Introduzione………………………………………………………………………………………………………. 1

Capitolo 1

Diritto alla salute e sistema sanitario

 

1.1    Il diritto alla salute: profili internazionali e comunitari…………………………………….. 4

1.2    Il diritto alla tutela della salute nella Costituzione…………………………………………… 8

1.3    L’evoluzione normativa in materia sanitaria………………………………………………….. 15

1.3.1    Dal sistema mutualistico alla legge 23 dicembre 1978, n. 833……………………. 16

1.3.2    La Riforma sanitaria: l’istituzione del Servizio sanitario nazionale……………… 17

1.3.3    La razionalizzazione del Servizio sanitario nazionale: dalla riforma bis alla       riforma ter        20

1.4    Il ruolo dello Stato, delle Regioni e dei Comuni: funzioni legislative e amministrative in materia sanitaria………………………………………………………………………………………………………………………… 23

1.5    Le prestazioni sanitarie: i livelli essenziali di assistenza………………………………….. 27

1.6    I modelli gestionali per l’erogazione delle prestazioni sanitarie……………………….. 30

1.6.1    Gestione diretta…………………………………………………………………………………… 31

1.6.2    Gestione indiretta: il modulo convenzionale……………………………………………. 31

1.6.3    Gestione indiretta: l’accreditamento………………………………………………………. 32

1.6.4    Gestione indiretta: le sperimentazioni gestionali………………………………………. 33

1.6.5    Gestione indiretta: l’assistenza indiretta…………………………………………………. 34

1.7    Le aziende sanitarie…………………………………………………………………………………… 35

1.8    Articolazione organizzativa delle aziende sanitarie………………………………………… 38

1.8.1    Il distretto…………………………………………………………………………………………… 38

1.8.2    I dipartimenti………………………………………………………………………………………. 39

1.8.3    I presidi ospedalieri……………………………………………………………………………… 43

1.9    Gli organi di gestione………………………………………………………………………………… 44

1.9.1    Il direttore generale……………………………………………………………………………… 45

1.9.2    Il direttore amministrativo e il direttore sanitario……………………………………… 47

1.9.3    Il collegio sindacale……………………………………………………………………………… 49

1.9.4    Il collegio di direzione………………………………………………………………………….. 50

1.9.5    Il consiglio dei sanitari…………………………………………………………………………. 51

Capitolo 2

Le professioni sanitarie: in particolare quella infermieristica

2.1    Le professioni sanitarie………………………………………………………………………………. 52

2.2    La professione infermieristica: la formazione universitaria……………………………… 56

2.2.1    La formazione continua: il sistema ECM………………………………………………… 59

2.3    L’esercizio della professione infermieristica…………………………………………………. 61

2.4    Gli ambiti di sviluppo professionale: l’infermiere coordinatore e l’infermiere dirigente        68

2.5    Il codice deontologico……………………………………………………………………………….. 70

2.6    Qualifiche giuridiche dell’infermiere…………………………………………………………… 74

2.7    Gli organi di tutela professionale: i collegi IPASVI………………………………………. 77

2.8    La professione medica………………………………………………………………………………. 79

Capitolo 3

Le condotte illecite commissibili da parte degli infermieri nell’esercizio delle proprie funzioni

3.1    I principali reati a carico dell’infermiere……………………………………………………….. 85

3.2    L’omicidio……………………………………………………………………………………………….. 85

3.3    Le lesioni personali……………………………………………………………………………………. 91

3.4    L’abbandono di persone minori o incapaci…………………………………………………… 95

3.5    L’omissione di soccorso…………………………………………………………………………….. 97

3.6    Il rifiuto di atti d’ufficio……………………………………………………………………………. 99

3.7    L’omissione di referto e l’omessa denuncia di reato…………………………………….. 102

3.8    La violazione del segreto professionale e del segreto d’ufficio……………………… 107

3.9    L’esercizio abusivo della professione…………………………………………………………. 113

3.10   I reati di falsità materiale e ideologica in atto pubblico. La cartella clinica e la cartella infermieristica.      115

3.11   I delitti contro la libertà personale…………………………………………………………….. 121

3.11.1    L’infermiere e la contenzione fisica del paziente………………………………….. 122

Capitolo 4

Profili di responsabilità penale dell’infermiere

4.1    Gli elementi costitutivi del reato……………………………………………………………….. 127

4.2    L’elemento oggettivo: la condotta…………………………………………………………….. 128

4.2.1    L’evento…………………………………………………………………………………………… 131

4.2.2    Il nesso causale………………………………………………………………………………….. 131

4.3    L’elemento soggettivo: il dolo………………………………………………………………….. 134

4.3.1    La preterintenzione…………………………………………………………………………….. 137

4.3.2    La colpa……………………………………………………………………………………………. 138

4.4    La colpa in ambito sanitario: tipologia e contenuto delle regole cautelari………… 143

4.4.1    La colpa per violazione di protocolli…………………………………………………….. 147

4.5    Il nesso di causalità in ambito sanitario………………………………………………………. 150

4.5.1    Gli orientamenti giurisprudenziali………………………………………………………… 153

4.6    La responsabilità penale nell’attività sanitaria in équipe……………………………….. 159

4.6.1    La cooperazione tra medici e infermieri………………………………………………… 171

Capitolo 5

Profili di responsabilità civile dell’infermiere

 

5.1    La responsabilità civile: responsabilità contrattuale e responsabilità extracontrattuale          175

5.2    La natura del rapporto tra paziente, singolo operatore e struttura sanitaria……… 176

5.2.1    Il rapporto tra sanitario libero professionista e paziente…………………………… 177

5.2.2    Il rapporto tra sanitario dipendente ospedaliero (o di struttura privata) e    paziente: la teoria extracontrattuale……………………………………………………………………………………………… 177

5.2.3    Segue: la teoria contrattuale………………………………………………………………… 178

5.2.4    Segue: la teoria contrattuale da ‘contatto sociale’…………………………………… 181

5.2.5    Il rapporto tra struttura sanitaria e paziente: il contratto di spedalità…………. 184

5.3    L’obbligazione sanitaria: l’addio alla distinzione tra obbligazioni di mezzi e obbligazioni di risultato         188

5.4    Il dovere di diligenza………………………………………………………………………………. 194

5.5    La speciale difficoltà della prestazione: i limiti operativi dell’art. 2236 c.c……… 197

5.6    La ripartizione dell’onere della prova: il superamento delle distinzioni

tradizionali……………………………………………………………………………………………………… 199

5.6.1    Segue: le nuove regole………………………………………………………………………… 201

5.7    Il nesso di causa……………………………………………………………………………………… 205

5.8    I danni risarcibili. Il danno patrimoniale…………………………………………………….. 210

5.8.1    Il danno non patrimoniale: il danno morale……………………………………………. 211

5.8.2    Segue: il danno biologico……………………………………………………………………. 212

5.8.3    Segue: il danno esistenziale…………………………………………………………………. 215

Capitolo 6

Analisi casistica: un’analisi criminologica

 

Caso 1: l’infermiere e la farmacoterapia……………………………………………………………… 218

Caso 2: l’infermiere e la trasfusione di sangue…………………………………………………….. 221

Caso 3: l’infermiere e la dimenticanza di corpi estranei nel paziente………………………. 225

Caso 4: l’infermiere e la placca dell’elettrobisturi………………………………………………… 228

Caso 5: l’infermiere e l’attività di triage…………………………………………………………….. 230

 

 

Conclusioni…………………………………………………………………………………………………….. 237

 

 

Bibliografia…………………………………………………………………………………………………….. 240

Giurisprudenza……………………………………………………………………………………………….. 266

Sitografia……………………………………………………………………………………………………….. 272

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Introduzione

 

L’obiettivo del presente lavoro vorrebbe essere un contributo, anche se modesto, all’analisi degli aspetti di responsabilità in ambito sanitario a seguito dell’evoluzione normativa e sociale delle professioni non mediche, in particolare quella infermieristica.

A partire dagli anni Novanta, per effetto di una serie di provvedimenti legislativi, sono radicalmente mutati gli aspetti essenziali di tali professioni, anche sulla spinta di sempre maggiori richieste da parte delle figure professionali coinvolte. È infatti definitivamente tramontata la figura dell’ausiliario, il c.d. paramedico, risultando in tal modo superata la suddivisione anacronistica delle professioni sanitarie tra principali (medico, veterinario, farmacista e odontoiatra) e ausiliarie (infermiere, assistente sanitario, ostetrica)

Nello specifico, per la professione infermieristica le novità di portata storica sono rappresentate, sostanzialmente, dall’emanazione del profilo professionale, dall’abrogazione del mansionario e dalla riforma del ciclo di studi con introduzione dei corsi di laurea e dei corsi di formazione post-base. A seguito di queste riforme l’infermiere ha definitivamente abbandonato il ruolo di sanitario ausiliario, che lo aveva confinato in una posizione subalterna e deresponsabilizzata, e viene liberato dai vincoli restrittivi e riduttivi indicati dal mansionario.

In passato, la funzione del personale infermieristico consisteva nel fornire ausilio al medico, su sua richiesta e indicazione, nella cura del paziente e le attività che l’infermiere era autorizzato a compiere erano elencate in modo rigido e tassativo nel c.d. mansionario. L’organizzazione del lavoro nell’ambito delle strutture sanitarie prevedeva che l’infermiere fosse un operatore di supporto al personale medico, che rappresentava l’apice della piramide gerarchica. Egli, altro non era che un mero esecutore di compiti affidatigli da altri e inseriti in un processo non proprio, basato su conoscenze trasmesse da altri e per la sola parte da questi ritenuta necessaria.

Il rinnovamento e l’evoluzione della professione infermieristica hanno inizio con l’emanazione del relativo profilo professionale, approvato con decreto ministeriale 14 settembre 1994, n. 739, in cui l’infermiere è definito come il responsabile dell’assistenza generale infermieristica, che comprende attività di prevenzione, cura, palliazione e riabilitazione. Nell’esercizio di tali attività si riscontrano, così, due livelli operativi: uno autonomo derivante dalle nuove competenze assegnate e uno collaborante con la figura del medico.

Un ulteriore passo avanti nel riconoscimento della figura professionale dell’infermiere è rappresentato dalla legge 26 febbraio 1999, n. 42 che ha soppresso la definizione di ausiliario e ha espressamente abrogato il mansionario. Il vecchio mansionario viene sostituito da tre criteri guida: il profilo professionale, la formazione ricevuta attraverso i corsi di base e post-base e il codice deontologico.

Risulta, inoltre, fondamentale la legge 10 agosto 2000, n. 251, che oltre a prevedere l’istituzione della dirigenza infermieristica, ribadisce ancora meglio il carattere di autonomia, attraverso il riconoscimento alla categoria della funzione di pianificazione in ordine agli obiettivi di assistenza, e dunque l’organizzazione della propria attività, che rappresenta una conquista di non scarso rilievo.

Contestualmente all’evoluzione della figura professionale sono stati attivati in ambito universitario specifici corsi di laurea e post-laurea  (master)  con lo scopo di assicurare al ‘nuovo infermiere’ l’adeguata preparazione.

Il risultato del lungo processo normativo iniziato a partire dagli anni Novanta consegna agli infermieri la responsabilità del processo assistenziale, riconosce l’autonomia decisionale, richiede competenza e capacità di lavoro interdisciplinare.

L’infermiere è oggi responsabile dell’assistenza generale infermieristica che lui stesso decide di assicurare di volta in volta alla persona, attivando quegli interventi assistenziali che la situazione concreta richiede: in altri termini, la tipologia degli interventi assistenziali non è imposta da una fonte esterna (com’era il mansionario), ma è decisa in via autonoma dall’infermiere.

Dunque, la nuova responsabilità richiesta all’infermiere è connotata da competenza e da autonomia decisionale: la competenza è espressione del processo di formazione, addestramento e continuo aggiornamento dell’infermiere; l’autonomia decisionale è in rapporto proporzionale con la prima: ad una maggiore competenza e preparazione tecnica corrisponde un ampliamento dell’autonomia ed indipendenza nelle scelte assistenziali. Responsabilità, competenza ed autonomia sono, perciò, le tre caratteristiche fondamentali dell’attuale professione infermieristica: venuta meno la subalternità rispetto alla figura del medico e abbandonate le vesti di ausiliario, ovvero del ruolo di mero esecutore degli ordini del medico, l’infermiere è diventato il professionista che agisce in piena autonomia nell’ambito delle proprie competenze, collaborando con gli altri operatori sanitari alla cura del paziente.

Alla luce della evoluzione professionale, scopo del presente lavoro è quello di approfondire, secondo una prospettiva criminologica, le caratteristiche della rinnovata responsabilità dell’infermiere sotto il profilo giuridico.

Vengono, pertanto, prese in considerazione le principali condotte illecite che si possono ravvisare nell’esercizio dell’attività infermieristica, con particolare attenzione ai reati colposi di omicidio e lesioni, affrontando gli aspetti penali e civili che assumono specifica rilevanza nell’ambito della stessa responsabilità sanitaria.

In conclusione, sono state analizzate alcune sentenze relative a specifici casi di nursing malpractice che evidenziano l’evoluzione giurisprudenziale, quale necessaria conseguenza dell’evoluzione della figura professionale dell’infermiere.

Testo tratto dalla tesi di Laurea della dottoressa Meda, ne è vietata la riproduzione.

 

Continua.

 

 

Questo articolo ha 2 commenti

  1. sono un’infermiere forense con master nel 2013. mi ha interessato molto la sua tesi di laurea, purtroppo la consulenza infermieristica nei processi penali a nostro carico non è molto utilizzata. mi interessa conoscere eventuali cause da lei presiedute. grazie per l’attenzione
    Giada

    1. Gentile Signora,
      ci siamo occupati in questi anni di diversi processi per responsabilità di sanitari (soprattutto medici).
      Ci siamo avvalsi soprattutto di consulenti medici (ortopedici, chirurghi e soprattutto infettivologi nel caso di infezioni post operatorie che sono i casi sicuramente più frequenti).
      Effettivamente – ad oggi – non ci siamo ancora avvalsi di una figura di consulente come la Sua.
      Sarebbe davvero interessante conoscere il campo forense della Sua professione.
      Se desidera le chiedo di contattarmi via mail.
      cordialità.
      Avv. GM de Lalla

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