Una trattazione molto esaustiva sul reato di genere ovvero nel caso specifico sul reato compiuto in danno di una donna da parte di un partner o ex partner per motivi per lo più emotivi e passionali. L'articolo tratta sia della Legislazione ovvero del Codice Rosso e di altri interventi del Legislatore ma anche del supporto alla vittima, dell'ascolto della stessa, della rete di supporto nonchè della rieducazione del reo. Un quadro molto esaustivo anche per stilare una strategia difensiva efficace.
L’omicidio Carrus poteva essere evitato
Un testimone avvisò i carabinieri
Tre ore prima del delitto di Maria Rosanna Carrus un testimone avvisò i carabinieri di Siliqua delle intenzioni degli assassini, facendone anche i nomi. È il retroscena emerso dalle pieghe del processo contro i tre responsabili (già condannati) che ha convinto i familiari della donna uccisa un anno fa a denunciare i militari. «Potevano evitare il crimine – è la loro tesi -, ma sottovalutarono.
Tre ore prima del delitto un testimone aveva avvisato i carabinieri di Siliqua di quanto stava per accadere in via Amsicora, facendo nome e cognome degli assassini e della vittima designata. Una “soffiata” che fu inspiegabilmente sottovalutata dai militari, altrimenti oggi Maria Rosanna Carrus, vedova di 71 anni, sarebbe quasi certamente ancora viva. E i tre giovanissimi balordi che alle 13 dell’8 aprile di un anno fa la uccisero durante un tentativo di rapina, soffocandola e bruciandone poi il corpo, non sarebbero diventati dei baby killer.
LA DENUNCIA È l’incredibile retroscena che emerge dalle carte dei processi a carico dei responsabili dell’omicidio, i ventenni Francesco Pisu e Sariano Corda (condannati a 18 anni) e del loro complice minorenne (18 e 8 mesi). Una scoperta che ha convinto i figli dell’uccisa, Massimo e Rita Uccheddu, nonché i quattro fratelli, a denunciare i militari all’epoca in servizio nella stazione del paese – il comandante Stefano Tuveri, il maresciallo Simone Vettese e il vice brigadiere Vincenzo Vitiello – per “concorso colposo nell’omicidio”. «Avevano tutti gli elementi per evitare il crimine – è la tesi – ma non ci riuscirono a causa della loro negligente, improvvida, superficiale e colposa condotta». Lo scottante esposto, preparato dal legale milanese Giuseppe Maria de Lalla, è stato depositato in Procura a Cagliari il 3 marzo, ed è stato spedito anche al comando generale dell’Arma e al ministero dell’Interno. Tra le sue pagine, ricostruita attraverso le relazioni degli stessi militari, c’è la cronaca di un omicidio annunciato quanto evitabile.
da “l’Unione Sarda”