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Con l’inizio del nuovo anno, desidero come di consueto fare alcune riflessioni inerenti il campo di cui mi occupo professionalmente, tracciare un veloce bilancio dell’attività dello Studio da me fondato e diretto e, naturalmente, fare alcuni ringraziamenti rivolti alle persone che contribuiscono a vario titolo all’efficienza quotidiana dello Studio Legale de Lalla.

Dal punto di vista prettamente normativo, l’anno scorso si è chiuso con l’entrata in vigore del Codice della Strada (che, almeno per adesso, è “nuovo” essendo entrato in vigore il 14 dicembre 2024) e qualche mese prima (durante il mese di agosto) ha visto la luce il Decreto Nordio recante modifiche al codice penale, al codice di procedura penale, all’ordinamento giudiziario e al codice dell’ordinamento militare.
Non si tratta delle sole novelle legislative del 2024 ma, a mio parere (ed in questa sede ci tengo a precisare che parlo a livello strettamente personale), sono quelle più innovative volte, non solo a garantire la sicurezza dei cittadini (sulle strade) ma anche a tutelare i diritti della Difesa, di coloro che sono accusati di un reato e la riservatezza delle indagini preliminari (ed ovviamente mi riferisco alla legge che porta il nome del Ministro Nordio).
Il 2025 sarà l’anno in cui vedremo gli effetti pratici delle norme di cui sopra; ma sono del parere che si tratta di leggi opportune a fronte del pericoloso malcostume dilagante al volante (…ed al manubrio…) in tema di uso ed abuso di stupefacenti ed alcool nonché in quello dell’uso abnorme del telefonino durante la guida. Il Codice della Strada voluto dal Ministro Salvini ha previsto anche un aggravamento delle sanzioni soprattutto in caso di violazione dei limiti di velocità ed ha introdotto delle norme più severe per l’utilizzo dei monopattini elettrici (21 decessi tra i conducenti nel 2023) e le bici elettriche (che ormai sfrecciano per le città alla stessa velocità degli scooter 50 cc).
Ugualmente opportuna, la Legge Nordio n. 114 del 9 agosto 2024, oltre ad abrogare di fatto il reato di abuso di ufficio (motivo per il quale alcuni criticano l’intera Legge), punta a tutelare i rapporti e le comunicazioni tra il Difensore ed il proprio assistito, ad impedire la divulgazione del contenuto delle intercettazioni telefoniche e degli atti di indagine (anche a tutela dei terzi non indagati ma citati nelle captazioni), limita per alcuni reati il potere del PM di proporre appello avverso a Sentenze di proscioglimento ed istituisce – questa davvero una novità molto significativa di stampo oggettivamente garantista ma che sarà operativa solo a partire dall’agosto del 2026 – un Giudice collegiale per l’applicazione della custodia cautelare in carcere.
Una Legge – la 114/2024 -, direi in controtendenza rispetto ad alcune varate negli anni scorsi tese più che altro ad inasprimento delle pene e ad una certa limitazione dei diritti della Difesa e dell’accusato; e mi riferisco in primis al c.d. “Codice Rosso” teso ad arginare il fenomeno assolutamente ancora di drammatica attualità del delitto di genere.

Delitto di genere che ha contraddistinto anche il 2024 per numero e gravità sebbene il 2025 si apra con la notizia di due donne che – sembra per difendersi in entrambi i casi – hanno ferito a morte il proprio compagno (una accoltellandolo ed un’altra scaraventando il partner su un tavolo di plastica che rompendosi avrebbe procurato le ferite mortali al malcapitato).
Credo che questi delitti dimostrino più che mai che la coppia – in difetto di un graduale ma deciso cambio di mentalità in seno alla società – è spesso criminogena a prescindere dal sesso.
Davvero una piaga, un tristissimo e gravissimo fenomeno sociale quello dei delitti di genere (impropriamente chiamati tutti “femminicidio”) contraddistinta dall’azione violenta (anche letale) agita in danno di una donna dalla persona alla quale la stessa era legata o è legata da una relazione emotiva.
Come ho già avuto modo di scrivere e pubblicare sul sito, la repressione è solo il tassello finale di una catena di provvedimenti tendenti a tutelare dalla violenza del partner la vita e l’incolumità (non solo fisica) di coloro (donne o uomini che siano) che sono coinvolti (o erano coinvolti) in una relazione sentimentale, emotiva e sessuale.

Ugualmente drammatica la situazione dei detenuti in Italia.
E sul punto emblematico è il numero dei suicidi in carcere: 90 nel 2024. Mai così tanti da oltre 30 anni e l’ultimo proprio il 31 dicembre 2024.
Non è possibile per un Paese che si considera civile. Lo dico e lo ripeto: la civiltà di un Paese si misura in relazione al grado di tutela che assicura ai diritti di coloro che commettono un reato.
A questo proposito, quale fulgido esempio della sensibilità sul tema che pervade la nostra Società, voglio segnalare che ho dovuto dare disposizione di interrompere la pubblicazione sulla pagina Facebook dello Studio Legale de Lalla di ogni intervento di sensibilizzazione in occasione dell’estremo gesto di un detenuto giacché il commento meno violento era del tenore: “….se la sono cercata…”.
La detenzione prevede la riabilitazione e l’assioma è sancito nella nostra Costituzione; di tal che ogni trattamento degradante ed inutilmente punitivo nonché condizioni detentive insopportabili (tutti presupposti per chi è ristretto che, evidentemente, sono alla base della decisione di togliersi la vita) non sono tollerabili né, di fatto, ammesse dalla Legge. Non si tratta di buonismo (che personalmente detesto) ma di una chiara disposizione della nostra Costituzione. Auspico davvero che l’anno appena cominciato possa essere l’inizio di un miglioramento di fatto delle condizioni di vita dei detenuti ed anche che la coscienza sociale possa sensibilizzarsi sul punto (non dimenticando, peraltro, le dure condizioni di lavoro di tutto il corpo della Polizia penitenziaria che, oltre alla carenza di personale, unitamente ai detenuti patiscono la vetustà e l’endemico sovraffollamento dei penitenziari italiani)

Un fenomeno criminale assai preoccupante che ha contrassegnato il 2024 è stato quello della criminalità agita dai giovani ovvero da minorenni o da giovani uomini (e donne) appena maggiorenni che si sono resi protagonisti di delitti anche estremamente gravi come l’omicidio (in alcuni casi anche dei genitori o di altri familiari). Ed ancora mi chiedo se vi sia un collegamento con le note vicende della pandemia ed in particolar modo con l’isolamento sociale patito più che altro proprio dai ragazzi.
Crimini spesso contraddistinti da un certo legame con i social che sembrano essere diventati una vera e propria dimensione nella quale si perdono i nostri ragazzi che “scrollano” in continuazione confondendo la vita in rete con quella reale.
E difatti, proprio a Capodanno a Milano abbiamo assistito a centinaia di giovani immigrati di seconda generazione impegnati e coinvolti in risse, aggressioni sessuali, condotte del tutto incivili senza contare lo spregio più totale pubblicato sui social per il nostro Paese e le Forze dell’Ordine.
Mi auguro sia possibile identificarli e punirli per…. educarli al vivere civile. Qui o altrove.
Peraltro, proprio in questi giorni assistiamo ad un fenomeno a mio parere bizzarro e, credo, difficilmente comprensibile. Invero, in seguito alla morte di un giovane immigrato che non si era fermato ad un posto di blocco ed era fuggito con un complice dopo aver commesso una rapina su un maxi scooter rubato salvo poi schiantarsi al suolo e, appunto, decedere; le Forze dell’Ordine sono state attaccate sia fisicamente durante le manifestazioni “in ricordo” della vittima sia mediaticamente per essersi lanciati all’inseguimento dello scooter.
Un coro di voci nel quale si uniscono “maranza”, cantanti, politici, professionisti e benpensanti orientati a sinistra (è un dato di fatto) per i quali i Carabinieri non avrebbero dovuti inseguirli, non avrebbero rispettato le regole di un corretto inseguimento (?) e così via. Coro che non si è placato nemmeno quando la relazione della Polizia Locale ha escluso che la gazzella abbia speronato lo scooter prima di cadere.
Con buona pace di ogni principio garantista rivolto al militare alla guida.

Insomma, un quadro della nostra Società che, francamente, a tratti, ritengo prima come uomo che come professionista, piuttosto desolante ed allarmante soprattutto da cittadino di Milano ove la sicurezza percepita è ai minimi storici.

L’anno 2024 per lo Studio Legale de Lalla è stato un anno impegnativo ma molto stimolante contraddistinto dall’attività in diversi Fori della Penisola per la Difesa di indagati ed imputati per reati inerenti il focus della specializzazione dello Studio Legale de Lalla
Abbiamo affrontato – io ed il mio staff – ogni singola Difesa con il massimo impegno consapevoli che – oltre al dato di fatto che gli errori giudiziari esistono e che si verificano più spesso di quanto si pensi – i reati di cui ci occupiamo comportano delle conseguenze molto pesanti (anche) per gli accusati ancor prima dell’emissione di una Sentenza di primo grado in un contesto indiziario spesso valutato dagli investigatori e dal Giudice con un afflato drammaticamente verificazionista.
E’ evidente che non sempre è stato possibile raggiungere l’obbiettivo che auspicavamo e per il quale abbiamo profuso professionalmente ed umanamente ogni energia e risorsa disponibile; ma abbiamo sempre tutelato al meglio i diritti e gli interessi di chi ci ha concesso la sua fiducia.

Ciò è passato anche attraverso il costante studio e l’aggiornamento al quale ci siamo dedicati anche oltre gli obblighi deontologici e, personalmente, nel 2024 ho conquistato un traguardo per il raggiungimento del quale mi sono impegnato anni ovvero la seconda Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche.

Chiudiamo l’anno appena passato con l’avvio di un nuovo progetto con l’apertura di una sede a Roma già pienamente operativa nella quale ho investito risorse ed energie in una iniziativa in cui credo molto e che da tempo desideravo realizzare.

Per il futuro, unitamente al mio staff, ci impegneremo per affrontare tutte le difficoltà, le sfide, i dubbi ed anche la fatica che accompagnano un lavoro così nobile, delicato, complesso e a volte – ahimè – anche ingrato come l’avvocatura nel campo del diritto penale.
La nostra crescita passa anche per il rapporto con gli assistiti che, seppur nel rispetto ognuno del proprio ruolo, vogliamo che sia sempre ispirato ad una collaborazione empatica e all’accoglienza al fine di assolvere il dovere professionale e morale dell’Avvocato di camminare fianco a fianco al proprio assistito nel corso di tutto il procedimento penale diventando per lui un punto di riferimento in mezzo alle inevitabili difficoltà.

Ed infine, i ringraziamenti che di anno in anno rinnovo a coloro che ogni giorno mi aiutano a svolgere la mia professione e senza i quali lo Studio Legale de Lalla non sarebbe la realtà di oggi.
Innanzitutto, la mia gratitudine va alle mie due prime collaboratrici ovvero l’Avv. Margerita Fila e la Dottoressa Carolina Sirtori con le quali ogni giorno pianifichiamo e svogliamo ogni incombenza dello Studio. Ripongo in loro la massima fiducia consapevole della loro preparazione, intraprendenza e precisione. Sono proprio loro che si occupano quotidianamente anche (ma ovviamente non solo) degli impegni meno stimolanti ma assolutamente necessari per la corretta gestione del lavoro di Studio. Senza contare la loro efficienza in occasione degli appuntamenti, le udienze e la redazione degli atti.
Grazie: siete una colonna portante dello Studio ed è un piacere condividere con voi le giornate.
L’avv. Elvira La Ferrera che da tempo non fa parte più dello Studio legale de Lalla ma quale libera professionista ci supporta e consiglia.
Il Signor Zanni e tutto lo staff di Italy Annunci che gestiscono la pubblicazione degli articoli del sito dello Studio Legale de Lalla con estrema precisione e competenza. Il sito www.studiolegaledelalla.it è per tutto lo staff una occasione di aggiornamento, di studio, di divulgazione e di marketing ed il Signor Zanni unitamente ai suoi collaboratori ne assicura il corretto funzionamento.
Ringrazio infine tutti i consulenti con i quali solitamente collaborato e solo per fare qualche nome la Dottoressa Liberatore, il Dottor Scaglione, il Dottor Schifilliti ed il Dottor Garbarini. Il vostro apporto completa la nostra Difesa nella migliore realizzazione della trial consultation.
Che il nuovo anno sia per tutti un anno buono.

Cedant Arma Togae

Dott. Avv. Giuseppe Maria de Lalla

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