Il concetto medico di capacità di intendere e di volere si discosta da quello prettamente Giuridico. La Corte di cassazione precisa le differenze tra le due interpretazioni e la necessità di una perizia anche a fronte del Giudice peritum peritorum.
Termina il 2017 e comincia un nuovo anno.
Utilizzo questo piccolo spazio del sito dello Studio per fare alcuni ringraziamenti e per porgere ai nostri lettori i miei migliori auguri.
Quello in corso è stato un anno impegnativo dal punto di vista lavorativo (e non solo). Molti i processi e le questioni delicate affrontate in questi dodici mesi. Alcune si sono risolte nel migliore dei modi. Altre purtroppo no e le aspettative della difesa e dell’assistito sono andate deluse (per fortuna in casi numericamente minori). Altre sono ancora in corso di definizione. Ognuna delle vicende giudiziarie di cui ho avuto l’onore di occuparmi, comunque, è stata seguita dal sottoscritto e da tutto lo staff con il massimo impegno (anche a dispetto – a volte – dell’esito finale che, lo sappiamo, dipende sempre da molte variabili). Non avrei potuto raggiungere quest’anno alcuni importanti risultati se non avessi potuto contare su collaboratori, Colleghi ed assistenti che quotidianamente affiancano il sottoscritto in questo difficile ma davvero nobile e (non sempre ma spesso…) gratificante lavoro: grazie a Voi ed al Vostro impegno. Mi auguro di essere per tutti Voi un punto di riferimento.
Sicuramente – succede a tutti in tutte le professioni a contatto con il pubblico e massimamente nel caso di settori fondamentali per ognuno di noi come la tutela dei diritti personalissimi – mi sarà capitato di non soddisfare le esigenze e le necessità di tutti coloro che si sono rivolti allo Studio fondato dal sottoscritto ormai quasi quindici anni addietro. E’ fisiologico che sia così e chi si comporta come se fosse infallibile e non mette a fuoco i propri limiti (e perché no: anche errori) ammettendone l’esistenza, non migliorerà mai. Considero, quindi, le critiche costruttive un bene prezioso che non mancherò di utilizzare quale stimolo per cercare di essere un avvocato che fa dell’esperienza una fedele alleata.
Voglio ringraziare e fare gli auguri anche alle nostre “controparti” naturali: Forze dell’Ordine, Pubblici Ministeri ed anche ai Giudici. Sebbene con compiti diversi ci occupiamo (ma sarebbe meglio dire: viviamo) del medesimo settore e vediamo le stesse cose anche se con incarichi, ruoli ed occhi differenti. Non potrei mai fare questo lavoro, non potrei essere mai la persona che sono se – come voi – non credessi nella Giustizia (pur confrontandomi tutti i giorni con i suoi limiti).
Da ultimo, un pensiero speciale va a tutti coloro che soffrono (non solo ingiustamente) le terribili pene della restrizione della libertà personale, della lontananza degli affetti più cari, dell’incertezza anche patrimoniale del domani, della preoccupazione sempre presente per un procedimento in corso. A tutti coloro che versano in tali condizioni (le cui pene posso solo intuire e a cui quotidianamente assisto) un augurio che possano trovare un po’ di serenità nella concreta possibilità – che c’è sempre, che abbiamo il dovere di sempre cercare – di un futuro migliore.
Ed infine, una citazione a me cara quale sprone per affrontare l’anno che verrà con rinnovato ottimismo. Sempre e comunque qualunque siano i nostri timori: “Le nostre paure sono molte più numerose dei pericolo concreti che corriamo. Soffriamo molto di più per la nostra immaginazione che per la realtà” (Seneca).
Buon anno.
Avv. Giuseppe Maria de Lalla
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