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Pubblichiamo in questa pagina un interessante articolo apparso su POLIZIA MODERNA dal titolo “Psicodetective” – il ruolo della psicologia investigativa nella raccolta e nell’analisi della testimonianza nelle indagini di polizia a cura di Tommaso Fornaciari (già responsabile dell’area psicologica della sezione medicina legale e psicologia applicata alla criminologia).

L’articolo – oltre che ben scritto – è particolarmente interessante poiché affronta il delicato tema del contributo del soggetto intervistato in seno al procedimento penale ovvero:
– nel caso della testimonianza;
– nel caso dell’interrogatorio dell’accusato;
– nel caso dell’escussione della presunta vittima.

Da Subito, si evidenzia come ogni eventualità abbia caratteristiche peculiari e come le stesse condizionino il modo di condurre l’intervista (preso anche atto – ovviamente – dei diversi scopi della stessa).

Segue (nella sezione 2) un breve inquadramento normativo della testimonianza così come disciplinata dal codice di procedura penale e come la stessa sia contraddistinta dalla fase dell’esame (l’escussione del teste da parte di colui che lo ha citato a proprio favore) e del controesame (ovvero l’escussione della parte avversaria con la possibilità di porre domande suggestive atte a saggiare la credibilità del teste).

La Sezione 3 affronta il tema assai complesso della memoria ovvero i meccanismi psicologici deputati alla:
– percezione dell’evento;
– rielaborazione con la ritenzione dello stesso;
– rievocazione;
– illustrazione verbale per l’illustrazione a terzi.
E’ messo giustamente in luce come sia ormai pacifico che la memoria è tutt’altro che una fotografia della realtà ma, semmai, un procedimento dinamico nella mente di colui che ricorda di tal che il bagaglio conoscitivo rievocato è sempre contaminato da elementi psicologici do colui che è chiamato a riferirlo (e naturalmente di tale realtà deve essere ben conscio l’intervistatore).

Nel paragrafo n. 4 vengono indicate alcune modalità per la migliore conduzione di una intervista del testimone tesa a recuperare un ricordo quanto più possibile genuino. Vengono indicate alcune linee guida e ne viene spiegata chiaramente l’utilità.
In particolare, si consiglia di:
– chiarire il fine dell’intervista;
– non fornire informazioni sui fatti che devono essere rievocati;
– Porre domande aperte;
– Sostenere il silenzio;
– Non interrompere.
Nella medesima sezione vengono tracciate anche le linee guida della c.d. INTERVISTA COGNITIVA da utilizzarsi con soggetti collaborativi e non reticenti (i testimoni terzi) volta a far emergere il ricordo più genuino con il minor pericolo di contaminazione da parte (anche) dell’intervistatore.
Viene poi affrontato il delicato tema dell’intervista al soggetto c.d. ostile con alcuni suggerimenti per vincerne dialetticamente le resistenze psicologiche.

Da ultimo – nella sezione 5 – l’autore affronta lo smisurato campo delle tecniche per la scoperta della menzogna.
Dopo una breve illustrazione degli strumenti che la scienza, la tecnica e la medicina mettono a disposizione (la macchina della verità dell’ultima generazione, la risonanza magnetica funzionale etc.), l’autore illustra l’importanza del comportamento analogico della persona intervistata ovvero le caratteristiche del linguaggio del corpo e dell’intonazione.

Si tratta, quindi, di un lavoro assai ampio ed interessante poiché fonte di riflessione e strumento pratico per tutti coloro – avvocati, magistrati e forze dell’ordine – si trovano nella necessità di ricostruire il passato tramite il ricordo altrui.

Per leggere cliccate sul link qui sotto.

Buona lettura.

 

 

 

Psicodetective – da Poliziamoderna

 

 

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