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La costruzione dell’arringa nel processo penale

Pubblichiamo con questo articolo – dopo una attenta riflessione – l’arringa del sottoscritto Avv. Giuseppe Maria de Lalla relativa ad un gravissimo e recente caso di omicidio di cui è accusato il padre della piccola vittima.

Si tratta di una vicenda Giudiziaria – oltre che ancora in corso pendente l’Appello – gravissima ove sono contestati reati tra i più gravi previsti dal codice penale ovvero l’omicidio, la tortura ed i maltrattamenti in famiglia.

Attualmente l’imputato è stato condannato all’ergastolo con isolamento diurno per sei mesi oltre alle pene accessorie di legge e si trova ristretto in carcere.

Come detto, pende il procedimento di secondo grado.

La decisione di pubblicare l’arringa (che trovate in tre file distinti al termine dell’articolo) non nasce ovviamente (ma è utile sottolinearlo) per perorare in questa sede la Difesa dell’imputato o per rendere pubblica la sua versione dei fatti.

Bensì, dopo una lunga attenta e personale riflessione, chi scrive ritiene l’arringa qui pubblicata un utile, interessante e assolutamente pratico approfondimento tanto per gli “addetti ai lavori” tanto per coloro che sono interessati all’esposizione di una argomentazione difensiva anche al cospetto di un caso gravissimo che, per le modalità contestate e le conseguenze, pare non dare validi spunti difensivi.

Al contrario, chi scrive – e l’arringa sembra davvero mettere in luce tale aspetto – ha cercato di valorizzare concreti aspetti difensivi emersi nel corso dell’istruttoria dibattimentale argomentando sulla base di elementi frutto del contraddittorio tra le parti che citavano, esaminavano e contro esaminavano testimoni e consulenti tecnici oltre che produrre documentazione e naturalmente argomentare esaustivamente in udienza.

Come detto, la decisione di pubblicare l’arringa da me studiata e riferita alla Corte di Assise di Milano è stata lungamente ponderata proprio trattandosi di un caso di estrema gravità non ancora concluso (peraltro già ampiamente trattato dai mass media) e potendo generare tale decisione (la pubblicazione) il grave fraintendimento che si volesse anche sul sito dello Studio del sottoscritto corroborare la difesa dell’accusato (presunto innocente fino a Sentenza irrevocabile).

Lo scopo è e rimane assolutamente didattico sotto diversi aspetti:

  • Dimostra come la Difesa dell’accusato debba e possa essere sempre organizzata e pensata strategicamente alla luce dei fatti così come emersi nel dibattimento nel rispetto della verità processuale;

  • Dimostra come il Dibattimento debba prendere le mosse per l’Avvocato alla luce degli elementi emersi nel corso delle indagini preliminari e delle indagini difensive svolte prima del dibattimento;

  • Dimostra come le scelte difensive (l’individuazione dei testimoni, dei consulenti tecnici, la preparazione di ogni esame e contro esame, lo studio di tutta la documentazione sia delle indagini preliminari che del dibattimento, la previsione delle scelte processuali delle altre parti, l’argomentazione giuridica, la trial consultation costituita ed attuata da tutto il Collegio Difensivo, le scelte meramente processuali e di diritto circa i documenti da produrre, le eccezioni opposte e le richieste alla Corte) debbano essere TUTTE preparate accuratamente fino dalle prime fasi delle indagini preliminari tenendo conto anche delle molto probabili successive impugnazioni oltre, che, naturalmente, del dibattimento di primo grado;

  • Dimostra come si possa e si debba avere rispetto della vittima e delle altre parti anche concentrandosi nella Difesa del presunto colpevole ed argomentando in tal senso sempre nel rispetto della verità processuale ma con la massima precisione e determinazione;

  • Dimostra come la Difesa nel processo moderno debba articolarsi sotto plurimi aspetti e non solo quello Giuridico ma anche scientifico della psicologia, della tossicologia, della medicina legale, dell’informatica e come il Difensore debba pensarsi quale coordinatore di tutti gli esperti di cui si compone il Collegio Difensivo;

  • Dimostra – e questa è stata l’intenzione di chi scrive – come l’arringa, lungi dall’esaurirsi in uno sterile e suggestivo esercizio retorico, debba e possa essere l’illustrazione di tutti quegli elementi emersi nel dibattimento volti a contrastare l’ipotesi accusatoria utilizzando gli strumenti (quelli si) che sono propri della retorica fin dai tempi del de oratore di Ciceroniana memoria;

  • Dimostra o, almeno, questa è la speranza di chi scrive, la nobiltà della professione dell’Avvocato (non già dell’Avvocato semplicemente…..) chiamato da secoli a difendere i diritti di cui ogni individuo gode qualsivoglia sia il reato a lui contestato (principio costituzionale sul quale poggia la nostra Repubblica) e come tale dignità intrinseca (se accompagnata da vera passione per la professione e non solo da preparazione tecnica) permetta all’Avvocato di impegnarsi serenamente e a fondo per la tutela dei diritti dell’accusato (di qualsiasi accusato per qualsiasi reato) essendo ben chiaro il suo fondamentale ruolo istituzionale per l’amministrazione della Giustizia.

Essendo proprio puramente didattico lo scopo di questa pubblicazione concentrata sull’argomentazione dell’arringa, ritengo non utile e non necessario fornire dettagli sulla vicenda poiché non fondamentali per la comprensione delle argomentazioni difensive esposte e per l’analisi delle figure retoriche e delle relative tecniche (le pause, l’intonazione della voce, l’ironia, la contro argomentazione etc.) che hanno guidato il sottoscritto nello studio dei passaggi principali dell’arringa essendo stato per il resto l’intervento realizzato a braccio.

Buon ascolto e sarò lieto di rispondere ad eventuali domande e/o riflessioni che vorrete indirizzare alla mail dello Studio.

Avv. Giuseppe Maria de Lalla

 

Registrazioni dell’arringa parte 1:

Registrazioni dell’arringa parte 2:

Registrazioni dell’arringa parte 3:

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