Skip to content

Assolto dopo 209 giorni di carcere Viene risarcito con 35 mila euro

Il giovane straniero era stato accusato di stupro dalla ex fidanzata. fine di un incubo per il ragazzo che, senza soldi, dormiva sotto lo studio del suo legale

Ingannato, attirato in Italia da una donna con la scusa dell’ amore, poi denunciato e fatto arrestare per un’ ipotizzata violenza sessuale, detenuto 209 giorni prima di essere assolto. E ora risarcito con 35 mila euro. Oggi, alla soglie del Natale 2010, un ragazzo di 20 anni delle Seychelles può finalmente dire di essere uscito dall’ incubo nel quale era precipitato proprio il giorno di Natale 2008. Un gorgo nel quale lo sospinge una donna, che ai carabinieri lo descrive come amico del proprio fratello e prima di allora a lei sconosciuto, afferma di averlo momentaneamente ospitato ai primi di dicembre e asserisce di esserne stata violentata. Già in quel momento, però, non documenta le asserite lesioni né produce documentazione medica e nemmeno ricorre alle cure dei sanitari. Tuttavia il giovane viene sottoposto a fermo. Si stupisce: non sono l’ amico del fratello della donna, spiega al gip, sono il suo fidanzato. Anzi, è stata proprio lei a farmi venire in Italia per stare con lei, mi ha pagato le spese di viaggio fino a Milano, mi ha ospitato a casa sua, il progetto era vivere insieme in Italia. Solo che, una volta in Italia, la donna mi ha messo al corrente dell’ esistenza di un altro partner (un uomo nordafricano) che usava la casa abitata dalla donna per spacciare cocaina. In questo quadro, secondo il giovane, sono insorti dissidi con la donna, dovuti cioè al fatto che il ragazzo voleva imporle di non avere più rapporti con lo spacciatore, altrimenti sarebbe andato a denunciarlo. Il controllo dei tabulati telefonici sembra dare ragione al ragazzo, perché attesta che era l’ indagato a ricevere numerose telefonate dalla persona offesa in diverse fasce orarie e non il contrario. Inoltre viene individuata un’ utenza intestata effettivamente a una persona residente in Veneto alla quale rispondeva una voce maschile con accento nordafricano. A questo punto il pm chiede di revocare la misura cautelare, ma il gip il 5 febbraio 2009 respinge l’ istanza del pm, perché le novità a suo avviso non sono tali da far venire meno la gravità degli indizi a carico dell’ indagato, che viene rinviato a giudizio immediato il 18 giugno. Ma in tribunale, dove la donna non si presenta mai, è paradossalmente ancora l’ imputato, difeso dall’ avvocato Giuseppe Maria de Lalla, a fornire il telefono al quale rintracciarla. E quando la donna fa di nuovo melina e si rifiuta di comparire in aula, il tribunale decide di non acquisire la sua iniziale denuncia, e il 21 luglio 2009 assolve l’ imputato «perché il fatto non sussiste». Libero sì, ma in un Paese sconosciuto, senza parenti o appoggi, senza parlare la lingua, il ventenne finisce a dormire sotto lo studio del suo avvocato, l’ unico che (tra mense e ricoveri per senza tetto) lo aiuta concretamente. Fino al procedimento per ingiusta detenzione, valsogli ora almeno i 35 mila euro di indennizzo. Luigi Ferrarella lferrarella@corriere.it

Ferrarella Luigi

da “il corriere della sera” del 27 novembre 2010

Torna su
Cerca