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Sebbene con un po’ di ritardo, desidero come ogni anno condividere alcune riflessioni ormai iniziato da pochi giorni il nuovo anno.

Riflessioni, bilanci e progetti con i quali, soprattutto in questo inizio anno, mi misuro quale titolare da oltre venti anni dello STUDIO LEGALE DE LALLA da me fondato e diretto da oltre venti anni.
Impossibile prescindere ancora una volta – purtroppo – dal ricordo della pandemia, ormai passata la sua fase più acuta dovendo fare i conti oggi con quello che ci ha lasciato, con l’insegnamento che (forse) ci ha dato e – è innegabile – anche con i gravosi strascichi che ancora oggi subiamo.
Mi riferisco in particolar modo (ma non solo) ai nostri ragazzi più giovani che nel bezzo dell’adolescenza hanno dovuto fare i conti con l’isolamento, la paura e le loro fragilità impossibilitati a condividerle e a confrontarsi con il gruppo dei pari.
Ma il pensiero va a tutti coloro che, già sofferenti psicologicamente, hanno subito ancora di più i disagi e l’isolamento del lockdown con la conseguenza che mai come in questi ultimi due anni assistiamo ad un aumento esponenziale dei casi di disagio psichiatrico e psicologico che richiede sempre più spesso l’intervento dell’autorità Giudiziaria (a volte sollecitato dalla stessa famiglia del malato con il fine precipuo di assicurargli tutela ed un percorso – si spera – di miglioramento o guarigione). Si aggiunge da quasi un anno a questa parte il conflitto in Ucraina che nulla o quasi ha a che vedere con la mia professionalità ma che è uno sfondo drammatico che tutti coinvolge essendo una guerra che ci riguarda (anche geograficamente) così da vicino così come coinvolge tutti i membri della NATO ed anche gli Stati Uniti.

L’anno appena trascorso e, malauguratamente, quello che è appena cominciato sono stati contraddistinti anche dalla VIOLENZA DI GENERE per la quale diverse donne sono rimaste vittima per mano dei mariti, dei compagni o uccise da coloro con i quali avevano una relazione sentimentale.
Un fenomeno sociale oltre che di costume il FEMMINICIDIO termine nel quale francamente non credo posto che l’unicità della povera vittima non risiede nell’essere una donna uccisa da un uomo; ma un essere umano unico ed irripetibile tra sette miliardi di esseri umani la cui vita è stata stroncata da un altro essere umano.
Omicidi tremendi e allarmanti che trovano la loro giustificazione aberrante in sentimenti altrettanto devianti ed al contempo così irrimediabilmente umani: la gelosia, la rabbia, la disperazione, l’egoismo a volte la follia.
La risposta – a parere di chi scrive – non può essere solo e solamente emergenziale, giurisdizionale, altrettanto violenta, emotiva e quindi potenzialmente soggetta a strumentalizzazione (men che meno la tutela delle donne a mio avviso passa per delle scarpe rosse…).
Occorre ANCHE (sia ben inteso, e non SOLAMENTE) un percorso educativo, una nuova prospettiva di dialogo e comunicazione tra i sessi (donne comprese) che possa curare e permettere di andare oltre alla provocazione, alla violenza ed alla immancabile frustrazione che deriva dalla degenerazione di un rapporto sentimentale.

Ed ancora i giovani dovrebbero essere il nostro interesse primario ed il nostro obbiettivo dedicando loro parole, esempi ed ascolto.
I giovani ai quali la nostra società dominata dai mass media e, soprattutto, dalla cultura del “SEMPRE ON LINE”, del “tutto e subito”, della risposta nel tempo di un click e delle emozioni che durano il tempo di un Tik-Tok, si trova spaesata senza punti di riferimento (la politica, la religione, degli ideali forti, degli esempi…) assillata dalla necessità di essere sempre performante sotto plurimi punti di vista: il fisico, il look, ciò che si possiede i posti che si frequentano etc.
Disagio che si trasforma in violenza verso di sé e gli altri il tutto spesso facilitato, appunto, dai social media.
Un pensiero speciale – devo dire: come ogni anno – a tutti coloro che vivono il carcere.
Non solo detenuti, ma anche educatori, personale della Polizia Penitenziaria, psicologi e medici che tuti i giorni devono affrontare la difficoltà di vivere e lavorare in un modo che pochi conoscono e molti giudicano e quasi tutti ignorano.
Fenomeno collegato al carcere che mi colpisce tantissimo (e di cui spesso tratto nel sito e nella pagina facebook dello Studio) è quello dei SUICIDI IN CARCERE.
Ottanta detenuti suicidi nel 2022, una percentuale di verificazione DIECI VOLTE RISPETTO A COLORO CHE NON SONO RISTRETTI.
Anche in questo caso, oltre a mutare le strutture e implementare il personale, occorrerebbe comprendere che i detenuti sono esseri umani che non necessariamente si identificano con il crimine commesso, che la maggioranza dei carcerati potrebbe giovare – e di fatto giova – di opportunità di rieducazione e soprattutto che la Costituzione sancisce il divieto di pene disumane e riconosce il valore rieducativo della pena (per coloro che collaborano con l’opera rieducativa).
Non si tratta di buonismo (e la specificazione anche qui è opportuna dopo aver letto certi commenti sotto i post che dedico sulla pagina dello Studio proprio alla tragedia dei suicidi dietro le sbarre), ma di un approccio degno di una società civile dettato dalla nostra Costituzione e, soprattutto, pragmatico: chi è effettivamente rieducato non delinque più.
A ciò si aggiungano gli sforzi del Legislatore per cercare di rendere più snello il procedimento penale con l’entrata in vigore della LEGGE CARTABIA vera e propria rivoluzione copernicana (negli intenti dei compilatori) del codice sostanziale e di procedura penale che sarà un impegnativo banco di prova non solo per i cittadini ma anche e soprattutto per gli operatori del Diritto e per le Forze di Polizia. Il tempo ci dirà se e come andrà modificata e se, effettivamente, darà i risultati sperati ovvero processi più veloci (e speriamo anche giusti), deflazionamento del sistema penale, ammodernamento generale del procedimento penale. Quello che è certo è che ad oggi è cambiato tutto le scenario procedimentale e, direi, anche la Professione di Avvocato.

Un auspicio – e sono certo di averlo esternato anche l’anno passato – è quello di avere processi non solo più veloci; ma anche più equi con una maggiore attenzione agli imputati e  ai loro diritti ed anche alle vittime. Che non ci sia l’impressione di Sentenze già scritte e di una certa disattenzione da parte dei Giudici (si…disattenzione e a volte anche superficialità. Per fortuna raramente). Che chi fa il nobilissimo mestiere dell’Avvocato (me lo sentii dire da un Magistrato qualche annoi addietro e mi fece emozionare) sia in grado di avere la dignità della carica e di infondere fiducia e rispetto (anche da parte dei Giudici) grazie alla sua autorevolezza data dalla PREPARAZIONE, DALL’EDUCAZIONE, DALLA CULTURA ed anche, perché no, dall’eleganza e dalla cortesia dei modi.

Un ringraziamento che rinnovo anche quest’anno alle Forze dell’Ordine con le quali spessissimo mi interfaccio. Persone quasi sempre cortesi, spesso preparate, a volte capita anche piacevoli nello svolgimento del loro lavoro. Davvero più le conosci…. meno le eviti se mi è concessa la facezia. Non mancano i casi di abuso e di pressapochismo che personalmente mi auguro vengano stroncati e perseguiti.

Tratteggiato davvero a volo d’angelo il quadro sociale e normativo DEL quale e NEL quale lavora tutto lo Studio da me fondato, desidero anche ringraziare i primis tutti coloro che hanno donato a me e ai miei collaboratori la loro fiducia in un campo così impegnativo e sensibile come la tutela dei loro diritti di libertà, onore ed economici.
Non posso garantire ovviamente sempre un esito fausto delle vicende giudiziarie di cui mi occupo con i miei collaboratori (e la responsabilità in ogni caso è sempre del sottoscritto); ma sicuramente posso assicurare a ogni assistito di fiducia e di ufficio che personalmente impiego (così come i miei collaboratori) la massima attenzione per tutte le posizioni, tutte le vicende umane, tutti i processi e tutte le situazioni personali.
Abbiamo letteralmente una vocazione per questa difficile, impegnativa e troppo spesso bistrattata bellissima e appunto nobilissima professione e la tutela dei diritti dei nostro assistiti è, senza retorica, il nostro faro illuminante.
Naturalmente, c’è sempre spazio di miglioramento, SEMPRE.
Per tale motivo ci aggiorniamo, leggiamo, studiamo, cerchiamo di dare sempre spazio al dialogo con il cliente e siamo seri ed affidabili nel dare appuntamenti, illustrare e spiegare.
Il tutto aspettandoci legittimamente di essere trattati con la medesima cura, rispetto e onestà.

Un ringraziamento sincero e personale ai miei collaboratori: l’Avv. Chiara Morona un pilastro del mio Studio, l’Avv. Margherita Fila che non solo è preparata ma anche preziosamente empatica oltre all’Avv. Elvira La Ferrera che, dopo aver lavorato insieme a me per anni, ancora mi assicura la sua preziosa collaborazione anche se da tempo è un affermato ed indipendente Professionista.
Lo Studio Legale de Lalla non potrebbe poi fare a meno di tutti quei consulenti e collaboratori esterni con cui lavora da anni e che sono garanzia di affidabilità e di successo dello Studio.
Dimenticando di sicuro dei nomi: il Dott. Garbarini Psichiatra, il Dottor Scaglione medico Legale, il Dott. Schifilliti informatico, la Dott.ssa Liberatore psicologa Forense, la Dott.ssa Stramesi Tossicologa Forense, il Dott. Zanni “e i suoi ragazzi” che da sempre seguono il sito dello Studio Legale de Lalla così come segue la parte informatica l’amico Donato Cremonesi della Factory Comunication.

Per il 2023 ho diversi progetti professionali e di studio.
Non ci stancheremo di organizzarci sempre in maniera vieppiù efficiente per garantire risposte, assistenza e, soprattutto, RISULTATI.
Ci aggiorneremo ben oltre l’obbligo professionale specializzandoci in maniera sempre più profonda e mirata nella Difesa degli accusati di reati sessuali e legati a patologie relazionali con l’obbiettivo di GARANTIRE UN GIUSTO PROCESSO obbiettivo per il quale il sottoscritto ha fondato (partendo da Praticante abilitato in una stanza vicino alla Stazione Centrale di Milano) oltre venti anni addietro questo Studio di cui vado fiero.
Il 2023 sarà anche l’anno della mia seconda laurea in Scienze e tecniche Psicologiche (la laurea c.d. breve in Psicologia) dopo aver conseguito una specializzazione in Criminologia clinica applicata ed un Master in Psicologia Forense, Investigativa e Criminale, aver raggiunto la specializzazione in esame della Scena del Crimine ed essermi specializzato come per Legge in Difesa in ambito penale.
Risultati, lo ammetto, di anni di Studio e di tempo e risorse sottratte ai miei cari (che sono ancora così pazienti da volermi bene e da farmelo sentire oltre a darmi la grande soddisfazione – mio figlio Edoardo – di seguire la strada dell’Avvocatura) ma che mi hanno cambiato e fatto crescere come uomo e, naturalmente, Professionista. Vi devo molto.

Mi piace concludere con due citazioni evidentemente entrambe – purtroppo ! – NON farina del mio sacco.
La prima di Bertand Russel: “La vita retta è ispirata dall’amore e guidata dalla conoscenza”.
La seconda di colui che considero uno dei miei Maestri il Prof. Guglielmo Gulotta: “Ogni problema è tanto più complesso quanto più lo approfondiamo”.

Con la dedizione, l’impegno, la curiosità, la forza di volontà, la fortuna, il coraggio e CON L’AIUTO DI OGNUNO DI VOI che potrà darci preziosi stimoli e suggerimenti, andremo sempre meglio e sempre più lontano.

CEDANT ARMA TOGAE.

Avv. Giuseppe Maria de Lalla

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