Il concetto medico di capacità di intendere e di volere si discosta da quello prettamente Giuridico. La Corte di cassazione precisa le differenze tra le due interpretazioni e la necessità di una perizia anche a fronte del Giudice peritum peritorum.
Pubblichiamo in questa sede il secondo intervento dell’Avv. Giuseppe de Lalla e dell’Avv. Chiara Morona dello Studio de Lalla a “Storie Italiane” andato in onda sui RAIUNO il 27.12.2022.
La vicenda è ancora quella del giovane Riccardo (un nome di fantasia) e dei suoi genitori.
Abbiamo già trattato in queste pagine della storia di Riccardo e del calvario vissuto dallo stesso e dai suoi familiari.
Riccardo è un ragazzo adolescente di sedici anni colpito da una patologia psichiatrica ancora in via di definizione (preso atto della sua minore età che impedisce una diagnosi stabile secondo il DSM 5) che i genitori – dopo un fallimentare trattamento sul territorio da parte dell’UONPIA l’Unità Operativa di Neuropsichiatri e Psicologia Infanzia e Adolescenza e dei Servizi Sociali di riferimento – decidevano dolorosamente di denunciare per maltrattamenti in famiglia al fine di assicurargli il collocamento in una comunità terapeutica (per ogni particolare vedi il resoconto completo cliccando sui seguenti link: https://www.studiolegaledelalla.it/denuncia-minorenne-maltrattamenti-famiglia/ https://www.studiolegaledelalla.it/intervista-avv-de-lalla-studio-legale-del/ ; https://www.studiolegaledelalla.it/esposto-servizi-sociali-milano/ ).
Riccardo veniva posto in una Comunità fuori regione (individuata dall’UONPIA e dai Servizi Sociali in collaborazione come indicato nel decreto di collocamento emesso dal Giudice presso il Tribunale per i minorenni a seguito della denuncia dei genitori) che si rivelava del tutto inadatta ad ospitarlo (così come ad accogliere gli altri ospiti) presso la quale il giovane veniva derubato dei suoi averi, bullizzato con un video divenuto virale su Tik Tok e dalla quale veniva “dimesso” dopo nemmeno un mese per mezzo di un T.S.O. (trattamento Sanitario Obbligatorio) richiesto dai responsabili della struttura.
Peraltro, in conseguenza di una segnalazione (priva di fondamento) proprio dei responsabili della Comunità, veniva instaurato un procedimento volto alla limitazione della responsabilità genitoriale del padre e della madre di Riccardo (procedimento attualmente ancora in via di definizione).
A seguito della segnalazione della madre di Riccardo (con la quale il figlio si era confidato) veniva disposta una ispezione da parte dei Carabinieri del N.A.S. che rilevava una serie importante e variegata di violazioni in riferimento, all’igiene, al personale in forze, all’organizzazione ed alla manutenzione degli ambienti ed addirittura in merito alla somministrazione dei farmaci.
All’ispezione seguiva immediatamente un provvedimento di SOSPENSIONE DELL’ATTIVITA’ DELLA COMUNITA’ con ricollocamento in altre strutture degli ospiti presenti.
Sempre con l’assistenza dello Studio Legale de Lalla, i genitori di Riccardo decidevano – anche alla luce della chiusura della Comunità evidentemente non monitorata nemmeno da quegli operatori che vi destinavano Riccardo – di presentare un esposto presso le Procure e l’Ordine dei Medici competenti al fine di avviare una verifica giudiziaria e disciplinare delle condotte delle figure professionali coinvolte.
****
In merito a tale ulteriori sviluppi (la chiusura della Comunità individuata da UONPIA e Servizi Sociali) e l’esposto presentato, l’Avv. de Lalla e la sua prima collaboratrice l’Avv. Morona venivano invitati presso gli Studi RAI di “Storie Italiane” (trasmissione alla quale per la medesima vicenda avevano in precedenza partecipato da remoto: https://www.studiolegaledelalla.it/intervista-avv-de-lalla-studio-legale-del/ ) per dare il loro contributo tecnico al commento ed all’esame della vicenda.
Cliccando l’immagine è possibile vedere il video dell’intervento degli Avvocati de Lalla e Morona.